Per poter modernizzare il Paese soprattutto a livello lavorativo risulterà fondamentale puntare su una serie di iper-ammortamenti e finanziamenti agevolati che siano prontamente affiancati da piani per la formazione del capitale umano. A dirlo è il Centro Studi di Confindustria che suggerisce anche una stretta collaborazione tra università e imprese. E’ dunque questa la chiave giusta per poter rilanciare il settore investimenti con i finanziamenti in beni strumentali e in tecnologie per l’Industria 4.0. Grazie a queste misure, che sono state inserite in una nota del Centro Studi Confindustria, si riuscirà a utilizzare un’importante opportunità per rinvigorire e innovare le imprese italiane, riuscendo soprattutto a generare un effetto positivo che colpisca tutto il Paese. Le migliorie potrebbero così far scattare un incremento della produttività e della competitività internazionale.

Le spese per l’innovazione sono sicuramente la voce più importante nelle spese di un’azienda e andare a investire in macchinari, attrezzature e software permette così di seguire una forte strategia per  migliorare la dotazione tecnologica. Del resto non sono gli stessi macchinari e le attrezzature a rappresentare il principale canale per avviare l’innovazione.

Le misure fiscali per modernizzare il sistema produttivo

Le misure fiscali presentate potrebbero non solo diffondersi in modo efficace, ma soprattutto diventare una leva importante per diversi settori. Come è stato spiegato potranno anche contribuire alla  modernizzazione tecnologica del sistema produttivo nel rispetto delle disposizioni del Piano Industria 4.0. Di grande importanza è anche la possibilità di riuscire ad attuare i piani per la formazione del capitale umano, affiancato alla realizzazione di una rete per l’innovazione che permetta di mettere in rapporto mercato e ricerca.

Non importa quale sia il settore di appartenenza di una data industria, ma grazie alle caratteristiche comuni è possibile stilare quindi una serie di punti fondamentali per essere applicati su vari profili delle imprese innovatrici. E’ bene in primo luogo non ignorare la scarsa collaborazione tra le università e i centri di ricerca pubblici, oppure l’importanza dei fornitori che sono importanti per continuare a innovare. Un punto difficile da riuscire a rispettare, come è spesso stato evidenziato dalla bassa scolarizzazione dei dipendenti; a rivelarlo è la quota di laureati che si trovano in un’azienda, spesso in percentuale media inferiore al 10%. Proprio per questo motivo è sempre bene guardare alle competenze tecniche, organizzative, manageriali del capitale umano di ogni struttura che dovrà avere capacità analitiche e di comunicazione per poter contare su figure professionali qualificate.